La "falsa produttività": quando fare tanto non significa fare bene.
- Anita Casale

- 24 set
- Tempo di lettura: 3 min

Arrivi a sera con la sensazione di aver corso una maratona, ma senza aver tagliato nessun traguardo. Torni a casa, la testa che frulla tra le email non lette, le scadenze che ti ronzano in mente e la lista delle cose da fare che, incredibilmente, sembra più lunga di prima. Ti sei impegnato, non hai perso un minuto, hai risposto a tutti, ma senti ancora quel peso, quella sgradevole sensazione di non essere andato da nessuna parte.
Questa è la trappola della falsa produttività. Quella sensazione che ti spinge a riempire ogni spazio vuoto della tua giornata, a dire di sì a tutto e a correre costantemente dietro a mille obiettivi, senza mai fermarti a capire quali siano davvero importanti. È un circolo vizioso che ti fa sentire sempre impegnato ma, in fondo, sempre un po’ vuoto. Non è solo una questione di stress lavorativo, ma di un sovraccarico mentale che ti disconnette da te stesso.
La differenza tra "essere occupati" ed "essere produttivi"
Spesso confondiamo l'essere indaffarati con l'essere efficaci. Passiamo le giornate a saltare da un compito all'altro, a rispondere a messaggi e email appena arrivano, convinti che questa frenesia sia la prova del nostro valore. In realtà, stiamo solo girando a vuoto.
Il tuo cervello non è fatto per il vero multitasking. Non può fare due cose complesse nello stesso momento. Quello che in realtà succede è che commuti, cambiando velocemente tra un'attività e l'altra. Ogni volta che lo fai, perdi energia e concentrazione. Questo ti porta a un aumento dello stress, a una diminuzione della qualità del lavoro e, nel peggiore dei casi, al burnout. Finisci per sentirti sopraffatto dai pensieri e hai difficoltà a restare focalizzato.
La falsa produttività ti tiene bloccato in un loop di azioni che ti danno una gratificazione istantanea, ma non ti avvicinano ai tuoi obiettivi a lungo termine. È una sorta di autosabotaggio mascherato. Può essere un modo per evitare di affrontare i compiti più difficili o di prendere decisioni importanti, cadendo nel circolo vizioso dell'overthinking. Oppure può nascere dal bisogno di dimostrare a te stesso (o agli altri) che sei sempre a pieno regime. Ma questo approccio non è sostenibile e ti allontana dalla chiarezza mentale di cui hai bisogno per evolvere.
Ritrovare la bussola: tre passi per una produttività autentica
La buona notizia è che non devi per forza continuare a vivere in questa frenesia. La vera produttività non ha nulla a che fare con la quantità di cose che fai, ma con la qualità e la consapevolezza con cui le fai. Ecco tre passi pratici per smettere di girare a vuoto e ritrovare la tua bussola interiore:
Fai pulizia mentale. La regola del "less is more":
Fermati per un momento e chiediti: "Qual è la cosa più importante che posso fare oggi per avvicinarmi al mio obiettivo?". Non la cosa più urgente, ma la più importante. Invece di una lista di venti compiti, scegline due o tre che sai fare bene. Il resto può aspettare. Questa pratica ti aiuterà a ritrovare chiarezza e a superare quel sovraccarico mentale che ti blocca.
Impara a mettere dei confini (anche con te stesso):
Se lavori nel digitale, è facile che il lavoro si confonda con la vita privata. È importante stabilire limiti chiari. Definisci un orario in cui "chiudi" la giornata lavorativa e, per quanto possibile, stacca. Silenzia le notifiche, non controllare la mail la sera tardi. I confini non sono un limite, ma una forma di rispetto verso te stesso. Ti aiutano a trovare quell'equilibrio tra la vita reale e la vita digitale che è fondamentale per il tuo benessere.
Ascolta la tua energia, non solo la tua agenda:
La produttività autentica non è solo una questione di gestione del tempo, ma anche di gestione dell'energia. Impara ad ascoltarti: in quali momenti della giornata ti senti più lucido e concentrato? Usa quelle ore per i compiti che richiedono più impegno mentale. Quando ti senti stanco, concediti una pausa, fai una passeggiata, bevi un caffè in silenzio. Ricaricare le energie è fondamentale per lavorare in modo organizzato e sostenibile.
Un invito a rallentare e riconoscere la falsa produttività

La tua stanchezza non è un certificato d'onore, ma un segnale. Un campanello d'allarme che ti sta dicendo che è tempo di rallentare, di ritrovare te stesso e di mettere in discussione il mito che "fare tanto" equivalga a "fare bene". La vera produttività non è una corsa contro il tempo, ma un percorso fatto di scelte consapevoli.
Ricorda: la tua energia mentale è preziosa. Invece di disperderla in mille rivoli, imparare a canalizzarla verso ciò che conta davvero. Smetti di correre dietro a ogni singola notifica e inizia a creare lo spazio per respirare e riflettere. Ritrovare la chiarezza mentale e l'equilibrio ti permetterà di lavorare in modo più sostenibile e, soprattutto, di vivere con più autenticità.




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